Nelle carte che i romani disegnavano una volta scoperti e magari conquistati dei nuovi territori dell’Africa, dopo aver tracciato i confini tra il conosciuto e lo sconosciuto scrivevano, nelle aree ancora inesplorate, un generico ‘hic sunt leones’. In un mondo come quello vitivinicolo che, spesso in riferimento all’Europa, pare abbia già conosciuto, e quindi assaggiato, tutto, la scoperta di ‘nuovi leoni’, non può che fare piacere. Château Chatelard è uno di questi, per diversi motivi. L’azienda nasce nel XII secolo. Dopo essere appartenuta, come spesso accadeva, alla chiesa, la proprietà passa nelle disponibilità di 3 famiglie. Per rendere omaggio al barone du Chatelard ancora oggi il simbolo che identifica i vini aziendali è proprio la testa di un leone, circondata dalle piante, vigna compresa, che qui sono sempre cresciute. Presso Château Chatelard si coltiva in particolare il Gamay, bacca rossa tipica della zona, ma anche lo Chardonnay con cui qui si realizza un bianco e uno spumante. I terreni, in totale poco meno di 30 ettari, di Château Chatelard sono in gran parte caratterizzati da granito, altro tratto distintivo della regione, insieme al sistema di impianto tipico del Beaujolais: il gobelet. A sottolineare il lignaggio dell’azienda e dei vini che qui si producono concorrono la presenza di piante aziendali su ben 3 (Morgon, Moulin-à-Vent e Fleurie) dei 10 Cru presenti nel Beaujolais.