Il cap qui sta per capo. Capo come la famosa città, non troppo lontana dalla sede dell’azienda, ma anche capo nel senso che Fleur du Cap è una azienda nata negli anni ’60 del secolo scorso ma che è stata il capo, quindi il punto di riferimento per i vini prodotti in questa parte dell’Africa meridionale. Fleur du Cap inoltre è stata la prima a far maturare una bottiglia in una cantina interrata ed è stata tra le prime a introdurre le barrique insieme ad una serie di altre tecnologie oggi diventate di uso comune. Le vigne di quest’azienda dimorano in primo luogo nella regione dello Stellenbosch. Un’area molto vocata, divisa a sua volta in diversi distretti, qui sia chiamano wards, come ad esempio quello di Paarl (a nord di Stellenbosch). Le altre zone da cui Fleur du Cap ricava le proprie uve sono quelle di Robertson e dello Swartland, quest’ultima da anni considerata come una delle migliori aree per la produzione dello Chenin Blanc. Per i bianchi di questa cantina la vinificazione è semplice, con fermentazione a temperature piuttosto basse, così da non disperdere gli aromi più delicati, e riposo sulle fecce fini per 4 mesi. Per i rossi invece la fermentazione si svolge in acciaio, seguita da una maturazione in legno, sia rovere francese sia americano di diversi passaggi, della durata massima di due anni.