I Cavallero a Scurzolengo ci sono dai primi del ‘900. Inizialmente fanno vino e lo vendono ai privati. Una volta che Franco prende la guida dell’azienda si cambia registro. Non si vende più in damigiana, ma si decide di imbottigliare i propri vini, cominciando per altro a farli conoscere in giro per il mondo. Non solo quelli a base Barbera, ma soprattutto quelli ottenuti dal Ruché. Quello dell’azienda Sant’Agata arriva da alcuni tra i migliori vigneti della zona, in alcuni casi piantati a ‘giropoggio’ ovvero con i filari che seguono il profilo delle colline, a loro volta geologicamente caratterizzate da un mix di argilla e calcare. Franco crede così tanto in questo vitigno che ne producono addirittura 3 versioni, una che lascia che il vitigno si esprima con immediatezza e tipicità, un’altra che invece mette in risalto la complessità impressa al vino dalle vigne vecchie e infine una versione con un leggero appassimento, che mette in luce la grande versatilità di questa bacca rossa del Piemonte.